Il lato positivo
Il lato positivo

13 storie che mostrano le gioie e i dolori del lavoro con il pubblico

Lavorare con il pubblico può essere piuttosto difficile e si impara a farlo solo con l’esperienza. In genere, si ha la fortuna di avere a che fare con persone gentili, ma, di tanto in tanto, alcuni dipendenti hanno a che fare con maleducati che magari hanno avuto una brutta giornata e che sono pronti a prendersela con chiunque incroci il loro cammino. Fortunatamente chi lavora a contatto col pubblico è temprato e le storie da raccontare sono impagabili.

  • Lavoravo in un bazar. Un giorno è arrivata una signora con un sacchetto di plastica pieno di monete. Le ho mostrato alcuni portamonete che avrebbe potuto usare per conservarle. Ne ha scelto uno, ha contato i soldi per comprarlo e ha lasciato tutte le monete al negozio. In altre parole, se n’è andata con il portafoglio vuoto.
  • Una cliente ha chiamato il negozio dove lavoro per sapere se c’era del brodo. Le ho detto di sì e le ho dato i prezzi dei contenitori da 350 ml, 500 ml e 1 litro. Poi ha risposto: “Ma non so nemmeno quanto sia un litro.” Silenzio totale al telefono, non sapevo cosa dire.
  • Una volta ho servito una signora anziana al mercato ortofrutticolo dove lavoravo. Era accompagnata dal nipote di 10 anni e mi ha chiesto se ci fosse della frutta tagliata da portare via. Le ho risposto che sì, c’era un piccolo vassoio con melone e cocomero a fette. Mi ha risposto che a suo nipote non piacevano quei frutti e mi ha chiesto se avessi un’altra opzione. Ho detto di no.
    — Non può vendermi una mela sbucciata?
    — Sì, ma diventerebbe marrone molto velocemente. Se vuole, posso lavarla.
    — No, la mangia solo se la sbucciamo... Cos’altro può offrirmi?
    — Uva, signora. Se vuole, posso lavarla.
    — Potrebbe anche sbucciarla e togliere i semi?
    Alla fine non ha comprato nulla e io sono rimasto a pensare a quel povero bambino.
Valter Pires Ferreira Filho/Facebook
  • Credo che una delle mie migliori storie di servizio clienti sia stata il giorno in cui un signore si è rivolto a me e mi ha chiesto (in modo molto scortese) dove fosse la sezione steroidi. Ho risposto: “Che sezione, signore?”. Lui ha risposto: “Quella cosa che si mette in faccia ed esce il fumo.” Allora ho capito, ma per conferma ho chiesto: “Ahh... Il nebulizzatore?”, e lui, tutto imbarazzato, ha risposto: “Esatto!”
  • Nella macelleria del supermercato dove lavoro, una signora si è girata e ha detto al macellaio, che indossava i guanti: “Può darmi la carne senza toccarla con le mani?” Silenzio assoluto. Mi sono seduto sul pavimento del reparto surgelati, che è il mio settore, e ho gridato: “PASSALE LA CARNE CON I PIEDI!” Non riuscivo a smettere di ridere.
Leonardo Alcantara/Facebook
  • Lavoravo di notte in un grande supermercato. Una volta un cliente mi ha trattato molto male e si è rifiutato di pagare il parcheggio, anche se era obbligatorio. E ha passato ore nel negozio senza comprare nulla. In precedenza avevo lavorato nella sicurezza di un locale notturno, quindi sapevo come gestire questo tipo di situazione, ma lui mi ha trattato comunque molto male.
    Quel giorno mi sono comportato in modo del tutto normale e il direttore si è accorto della mia reazione e mi ha promosso una settimana dopo. Poco dopo, il cliente è tornato, si è scusato e mi ha comprato una scatola di cioccolatini. Ancora oggi siamo amici, anche se non lavoro più lì.
  • Una volta, mentre facevo il cassiere in un supermercato, mi sono sentito male. Una signora ha notato che ero strano e mi ha chiesto cosa non andasse. Le ho detto che avevo mal di pancia e se n’è andata. È tornata circa 15 minuti dopo con una tazza di tè per cercare di aiutarmi a sentirmi meglio.
  • Reparto calzature di un grande magazzino. Il cliente è venuto da me con una scarpa in mano e mi ha chiesto: “Avete questo modello del mio numero?” Sono rimast* immobile, aspettando che mi dicesse la sua taglia esatta. Non è successo nulla, così ho risposto: “Certo, lo cercherò.”
Gislania de Melo Campos/Facebook
  • Lavoro presso un grossista e ci sono clienti abituali (pizzaioli, panettieri, ristoratori, ecc.). Così, quando vedo che stanno prendendo grandi quantità di un prodotto che sarà in sconto il giorno dopo, li avviso sempre. Mi piace farlo!
  • A 19 anni ho iniziato a lavorare in una clinica di diagnostica. Questo significa che molti dei nostri clienti, per motivi molto diversi, arrivavano preoccupati e nervosi. Un bel giorno è arrivata una paziente molto “tranquilla”, che parlava a voce alta, rideva... Era un po’ in contrasto con lo stato d’animo a cui eravamo abituati. Ha chiesto di usare il nostro telefono per fare una “chiamata urgente” a qualcuno della famiglia.
    Beh... glielo abbiamo prestato (era prima che tutti avessero i cellulari) e lei ha iniziato a chiacchierare con la persona all’altro capo del filo. In realtà, stava usando il nostro telefono per organizzare un appuntamento con qualcuno. Risultato: per non infastidire la donna, abbiamo inventato la storia che dovevamo usare il telefono per chiamare un medico e lei, molto a malincuore, ha chiuso la sua chiacchierata civettuola e ha riattaccato. Ancora oggi ho l’impressione che questa donna fosse molto arrabbiata con noi, potete crederci???

Ti è mai capitato di gestire un cliente difficile? O magari hai ricevuto o compiuto un atto di gentilezza? Raccontacelo nei commenti!

Anteprima del credito fotografico Leonardo Alcantara/Facebook
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