“C’è un bambino nella spazzatura”, la storia di un 22enne che ha deciso di fare da papà ad un bambino abbandonato
Quando Jimmy Armstrong aveva solo 22 anni, la sua vita subì un cambiamento radicale: Jimmy trovò infatti un neonato abbandonato, tra i rifiuti. Quella che all’inizio gli parve una sfida impossibile si è rivelata per lui la più preziosa lezione di vita. Jimmy ha imparato a non sottovalutare mai la propria determinazione, anche fronte a scelte difficili, perché solo così possiamo diventare davvero noi stessi.
Il Lato Positivo ha voluto condividere la commovente storia di Jimmy e del suo trovatello. Un bambino letteralmente salvato dal cuore e dalla forza d’animo di un giovanotto che aveva progetti completamente diversi per la sua vita.
Trovarsi di fronte all’impensabile
Ci sono cose che nella realtà ci sembra non possano accadere, che sfidano ogni logica: come quella che Jimmy si è trovato davanti agli occhi. Il ragazzo, all’epoca studente di college negli Stati Uniti, era tornato nella sua patria, Haiti, per far visita alla sua famiglia. Finché, alla vigilia di capodanno, Jimmy decise di far visita ad un orfanotrofio per lasciare una donazione ai bambini. Ignaro di come la sua vita di lì a poco sarebbe cambiata drasticamente.
Mentre camminava verso l’orfanotrofio, Jimmy notò un capannello di persone che parlavano in modo molto agitato. Avvicinatosi, domandò che cosa fosse successo e una donna gli rispose: “C’è un bambino nella spazzatura!”. Allora, davanti ai suoi occhi si aprì una scena che lui descrisse così: ’’C’era questo neonato che piangeva, abbandonato sopra una pila di rifiuti. Non aveva niente addosso e aveva il corpicino coperto di formiche“.
Nessuno dei presenti si fece avanti per aiutare il neonato, per paura che fosse “maledetto”. Tra di loro si sussurravano cose tipo: “Io quel bambino non lo tocco. Dio sa chi ce l’ha messo lì sopra”.
Il salvataggio
Jimmy rimase sconvolto davanti alla scena, con le lacrime agli occhi. Senza pensarci due volte, decise di aiutare quel povero bambino e mettere fine a quell’incubo. D’istinto si fece largo tra la calca e prese il neonato, portandolo subito a casa di sua madre. Lì il piccolo venne finalmente pulito, vestito e nutrito.
Il giorno dopo, Jimmy e i suoi familiari portarono il neonato all’ospedale per curarlo dai morsi lasciati dalle formiche e dalle reazioni allergiche. Visto che non si sapeva chi fossero la madre, il padre o altri parenti di quel bambino, Jimmy firmò le carte per diventare il suo tutore legale.
Una decisione che ha cambiato due vite
Il giovanotto passò allora diverse notte insonni, incerto sul da farsi e lacerato da un dilemma più grande di lui. Non era nei suoi piani occuparsi di un neonato, non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una simile situazione. Dopotutto era solo uno studente single che era tornato a casa per pochi giorni a visitare parenti e amici. Non era pronto a diventare papà. Al tempo stesso, sentiva la certezza che fosse stato il destino a volere che proprio lui si prendesse cura di quel neonato.
Alla fine, la scelta per Jimmy fu persino ovvia. Raccolti un coraggio e una determinazione che nemmeno sapeva di avere, il giovane prese la sua decisione. Non avrebbe abbandonato quel bambino innocente. Lo chiamò Emilio Angel e da quel giorno iniziò a considerarlo a tutti gli effetti suo figlio.
Superare gli ostacoli uno dopo l’altro
Il futuro del giovane studente Haitiano era comunque incerto e confuso. Non aveva la più pallida idea di come prendersi cura di un bambino, come crescerlo. Sapeva solo che avrebbe dovuto trovare il modo, ad ogni costo. Per sua fortuna, non era da solo ad affrontare la sua difficile decisione.
Le cose cominciarono a sistemarsi. Jimmy cominciò a fare avanti e indietro tra Haiti e gli USA. Ogni volta che partiva per dare gli esami al college, ad occuparsi di Emilio erano i suoi genitori ad Haiti. Gli amici lo aiutarono donando vestiti, soldi e quant’altro all’improvvisato neo-papà. Jimmy ed Emilio potevano sempre contare sull’affetto e l’aiuto delle persone più care.
Malgrado una solida rete di supporto, era comunque Jimmy a doversi occupare legalmente del bambino e ad affrontare i problemi, specialmente economici. D’altra parte, non è certo facile tirar su un bambino piccolo quando sei ancora uno studente che non ha deciso che strada prendere nella vita. Alla fine, Jimmy decise di abbandonare gli studi e dedicarsi a tempo pieno al suo bambino.
Accogliere il destino a braccia aperte
Oggi, Jimmy è un perfetto papà e non rinuncerebbe al suo Emilio per nulla al mondo. Il viaggio è stato duro ma gli ha anche insegnato molte cose sulla vita. Ha imparato che bisogna sempre farsi trovare pronti di fronte agli imprevisti e alle sfide che la vita può metterti davanti, accogliendo il destino a braccia aperte.
La sua esperienza gli ha insegnato anche che a volte la vita ti premia nei modi più impensabili. Ma per capirlo, bisogna accettare e rendersi conto di come ogni sfida, anche la più difficile, sia un dono.
Attualmente Jimmy è impegnato in un’altra difficile battaglia, quella per l’adozione, in modo da diventare legalmente a tutti gli effetti il papà del piccolo Emilio. Il quale, dal canto suo, se la passa davvero bene, felice e contento di crescere circondato da calore e affetto. Jimmy lo descrive come un bambino molto sveglio e vivace, che ama fare sport, si diverte a parlare al telefono e a suonare la chitarra. Ha anche detto che da grande vuole fare il musicista.
Ogni volta che le cose si fanno più dure e complicate, Jimmy si affida sempre ad una citazione: “Il più grande contributo che puoi dare non sta in quello che fai, ma in quello che cresci”. E la sua forza d’animo sembra inesauribile, qualsiasi sia la sfida che lo aspetta dietro l’angolo.
Che ne pensi della storia di Jimmy? Hai fatto anche tu delle azioni per puro altruismo e, se sì, vuoi raccontarcele?