13 lettori de Il Lato Positivo hanno condiviso storie in grado di rompere gli stereotipi
Sappiamo tutti che non dovremmo giudicare le persone dal loro aspetto. Tuttavia, non è facile sbarazzarsi del pensiero stereotipato che può distorcere le nostre opinioni sugli altri.
Noi de Il Lato Positivo amiamo ascoltare storie di persone che hanno rotto tutti i possibili stereotipi perché la vita, a volte, sa sorprenderci con l’inaspettato.
- Una volta entrai in una gioielleria. Ero lì ad ammirare i gioielli in mostra quando un uomo, vestito con pantaloni logori e sandali, entrò con un aspetto trasandato e sporco. Chiese al commesso di mostrargli un anello di diamanti e disse che l’avrebbe comprato perché era il regalo di nozze di sua figlia. Rimasi sbalordit*! © Tatsana Turpakova / Facebook
- Lavoro per un fondo di beneficenza per bambini in Irlanda. Non molto tempo fa, un’anziana signora venne nel nostro ufficio centrale con una borsa sportiva sulle spalle. Disse: “Ho lavorato tutta la mia vita e morirò presto. Non ho figli, quindi ho conservato un po’ dei miei averi per i miei nipoti e per me, e voglio donare il resto ai bambini. Non mi fido delle banche. Non voglio che tengano i miei soldi dopo la mia morte.” Poi svuotò la sua borsa sul nostro tavolo; c’erano 300mila euro. Tutti in ufficio rimasero senza parole. © Lina Ianushevych / Facebook
- Una volta, ero in autobus sedut* accanto a un uomo più anziano che sembrava colto e ben istruito. Poco dopo, salì un gruppo di giovani in giacca di pelle, che rideva forte e usava un linguaggio volgare. Quando io e quest’uomo anziano scendemmo dall’autobus, un cucciolo gioioso corse verso l’uomo. La sua faccia si contorse e scacciò via il cucciolo. Improvvisamente, scese anche il gruppo di giovani. Uno dei ragazzi si fermò, nascose il cucciolo nella giacca e disse: “Andiamo a casa, a mia madre non dispiacerà”. Non lo dimenticherò mai. © Olka Gusar / Facebook
- Io e mio marito lavoriamo nell’edilizia. Di solito indossiamo abiti di seconda mano per lavorare, di modo da poterli buttare via senza problemi. Abbiamo ricevuto una grossa somma di denaro per un progetto, così mio marito ha deciso di comprare dei telefoni nuovi. Siamo entrati nel negozio quasi 20 minuti prima della chiusura. Tutti gli assistenti alle vendite si stavano già rilassando. Uno di loro si avvicinò a noi con riluttanza e, guardandoci negli occhi, disse: “Cosa ci fate qui? Siete venuti per scaldarvi e guardare i telefoni?”, poi se ne andò velocemente. Non ci siamo offesi, ma quando il successivo commesso si è avvicinato, gli abbiamo chiesto di confezionare due nuovi telefoni. Quando la guardia di sicurezza vide la mazzetta di soldi che mio marito tirò fuori dalla sua vecchia giacca, disse semplicemente: “Wow!”. A un certo punto, il primo ragazzo aveva una faccia simile a quella della commessa nella scena di Pretty Woman. © Tatyana Kovash / Facebook
- Io e il mio amico eravamo in viaggio a Vienna ed entrammo nella gioielleria Frey Wille. I prezzi erano davvero alti. Eravamo in piedi ad ammirare i gioielli e a parlare con la commessa. Improvvisamente, ci disse: “Il proprietario passerà presto, Friedrich Wille!”. E poi arrivò un uomo alto e anziano, in bicicletta! Non aveva né la scorta né una limousine blindata. © Yulia Dmitrieva / Facebook
- Io e il mio collega, durante la nostra pausa pranzo, entrammo in un negozio. Nel passaggio pedonale sotterraneo, due poliziotti ci fermarono e ci chiesero di mostrare i documenti. Non ci aspettavamo una cosa del genere, infatti avevamo con noi solo il badge dei dipendenti. Glielo mostrammo. Ci guardarono sorpresi e ci chiesero: “Siete bibliotecarie?!” Ed eccoci: due ragazze sui vent’anni, che indossavano graziosi prendisole, tacchi alti e trucco. A quanto pare, pensavano che tutte le bibliotecarie fossero anziane signore con gli occhiali e cardigan di maglia. © Elizaveta Katina / Facebook
- Mio zio, mentre stava cammianndo per strada, sentì una brusca frenata; qualcuno aveva parcheggiato la Ferrari a tutta velocità. Pensava che da questa sarebbe uscito un uomo, ma la portiera si aprì e dalla macchina scese una vecchietta. © Ksenia Azarova / Facebook
- La nostra scuola aveva una custode. Se succedeva qualcosa ai computer, metteva da parte il mocio e risolveva il problema prima che arrivasse l’amministratore di sistema. © Victoria Vladimirova / Facebook
- Una volta io e mio marito eravamo nella città di Interlaken, in Svizzera. Di solito andavamo a fare colazione in un bar accogliente, dove vedevamo spesso una donna più anziana vestita con una pelliccia a brandelli, guanti sporchi strappati e un cappello ridicolo. Si sedeva allo stesso tavolo e beveva il tè. Un paio di giorni prima di partire, abbiamo chiesto al cameriere di portare la colazione a questa vecchia signora a nostre spese. Ci guardò sorpreso e disse: “È la proprietaria di questo caffè e dell’intera catena di caffè qui a Zurigo”. Questo è quanto. © Daniel Ravid / Facebook
- Di recente, un taxi si è schiantato contro la mia macchina a un semaforo. Sono uscita pensando che avrei dovuto passare qualche ora a sbrigare la questione e mi aspettavo di vedere un uomo panciuto al volante che avrebbe chiamato in causa tutti gli stereotipi conosciuti sulle donne al volante. Così scesi pronta per combattere, mi rimboccai le maniche, ma vidi un bel giovanotto. Subito ammise la sua colpa e mi regalò anche una barretta di cioccolato. © Helen Sights / Facebook
- Ci è capitata una storia interessante a Tbilisi, in Georgia. Eravamo tre ragazze e alcuni ragazzi del posto ci seguivano per strada. Non volevamo incontrare nessuno o fare conoscenze e glielo facemmo capire. Dissero: “Vogliamo solo mostrarvi posti meravigliosi in modo che possiate amare la Georgia tanto quanto noi”. E, in effetti, ci portarono a una delle cascate più belle in un luogo non turistico. © Olga Volokhova / Facebook
- Una volta, ristrutturammo il nostro appartamento e chiamammo un piastrellista. Quando arrivò, io e mia madre lo guardavamo sorpres*, perché non sembrava né un piastrellista né un operaio edile. Gli chiedemmo quale fosse la sua professione e lui ci disse: “Ve lo dirò domani”. Il giorno dopo venne e portò un violino. Rimanemmo sbalordit*. Si scoprì che era un musicista con un’istruzione eccellente! Suonò il violino per noi; rimanemmo soddisfatt*. © Lika Daragan / Facebook
Hai mai avuto la possibilità di rompere uno stereotipo? Di che tipo? Raccontacelo nei commenti qui sotto.
Anteprima del credito fotografico Lika Daragan / Facebook
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